venerdì 3 febbraio 2012

Fiocco Matto


Guardo in alto, dove pallottole di ghiaccio perforano dolcemente le nostre anime stupite. Mi piace guardarle, mi incantano. Mi sento spettatore di un cielo che, in silenzio, ha deciso di comunicare all’uomo il suo destino. Nessuno riesce a staccarmi da questo orizzonte gelato, non ce la faranno. Vedo i passanti lottare con la bufera con le proprie armi metalliche devastate dal vento. Sento gli ansimi di bambini che gridano vittoria di fronte alla loro prima volta, estasiati. Annuso il profumo del ghiaccio, puro, silenzioso, inebriante. Tocco i baci bianchi che scendono dal cielo, senza sentire dolore, solo stupore. Solo stupore. Gusto ogni molecola dell’aria che respiro, ringraziando il Mistero Nascosto che mi permette di vivere, ora, in questo attimo che è appena fuggito via ma che rimarrà eterno. E poi quello successivo ancora, in un insieme di atomi, di attimi, di pause e partenze, di ricordi e rabbia, in un sacco invecchiato riempito da lacrime e sorrisi, le gioie urlate e quelle trattenute, le soddisfazione strette nei pugni fino a farsi male, gli occhi troppo tristi per reggere lo sguardo del mondo, il sole che ti sveglia imperante, le corse faticose, le sconfitte e le vittorie, le storie scritte e quelle dimenticate, i personaggi che hanno fatto la storia e quelli che costruiscono la tua, di storia. Un fiocco di neve contiene miliardi di emozioni e mi stupisco ogni volta, come un bambino dagli occhi grandi, fragile e orgoglioso.

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