mercoledì 1 febbraio 2012

La Città del Sole


Un sorriso. Amaro, dolce, malinconico, rassegnato. Ma pur sempre un sorriso. È un gesto istintivo quando ti trovi di fronte la bellezza disarmante di questa terra, fatta di perle e rifiuti mischiati in un magma infernale da togliere il sangue. Un sguardo dall’orizzonte che ingloba la vita di milioni e milioni, mischiati da orgoglio e morte. È una scacchiera diabolica in cui l’esercito nero del male spesso trionfa. Ogni giorno lo scacco al re si traduce in morti e morti, in delitti silenziosi, efferati, feroci, passati inosservati. Non c’è scampo alla regina del Sud: la Signora Morte. La pioggia, quando cade, lo fa con violenza ossessiva, poiché la natura da sempre attende la vendetta contro il male subito. Il sole, spesso, sorge imperante, bruciando i campi arsi dalla siccità. Non c’è scampo per la speranza nella terra del dolore e delle contraddizioni, non c’è posto per il futuro. La Città del Sole abbassa il suo capo, fino a rimanere perennemente china di fronte alla malvagità, gobba sporgente testimone della rassegnazione.
Tutto ciò che appare possiede un’anima nascosta, spesso migliore. Tutto ciò che è nascosto rivela la sorpresa che spodesta il trono della diffidenza. Tutte quelle anime urlanti di disperazione dominante serbano un cuore gentile, dolce nel profondo. La bellezza, nascosta come una perla timida, si mostra in momenti inaspettati. Ho visto un bambino, nella sua sferzante innocenza, consegnare una carezza al suo prossimo, senza ricompensa. Ho visto una donna stanca, vinta dalla vita, aiutare sua figlia, senza ricambio. Ho visto giovani senza più lacrime di fronte al cadavere dei fratelli, che giuravano di cambiare. Ho visto un tunnel infinitamente lungo, con l’ombra del sole sulle sue sponde più lontane. La cavalcata sarà veloce, impura, brutale. La rivolta non si fermerà in quattro giornate. Anche la Città del Sole avrà, un giorno, la sua ricompensa in Paradiso.

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