mercoledì 14 marzo 2012

Gli errori di Roberto Saviano

Non mi hai stupito. Come spesso accade quando le aspettative sono troppo alte c’è il rischio di rimanere delusi. Non sono deluso, ma nemmeno felice. Sei entrato con la tua solita camminata, cadenzata di gioventù persa. Hai salutato, con agitazione. Mi ha colpito la tua agitazione. Non mi aspettavo di vederti così. Gli occhi all’inizio erano inquieti, le mani non sapevano che giri descrivere nell’aria. I discorsi impappinati nella lingua. Hai risposto con lentezza a tutte le domande, sciocche, che ti sono state imboccate dalle maestre. Hai dosato male il tempo. Non hai coinvolto il pubblico, anzi, penso che l’orario ti abbia salvato da una siesta generale nel profondo della platea. Sei andato spesso fuori tema, non hai saputo raccontare le storie come fai in altre occasioni. Sei stato poco coinvolgente, anzi quasi nullo. Hai perso spesso il filo del discorso, senza cercare di ritrovarlo. Non hai aggiunto niente a quello che già si sapeva. Hai intrappolato i tuoi brevi racconti in divagazioni che servivano solo  a confonderci. Hai fatto tardi. Non hai alzato la voce quasi mai. Non ti ho mai applaudito durante il tuo intervento. Solo all’inizio, e nemmeno alla fine. Sei arrivato protetto da miliardi di uomini in nero che non avevano nulla di meglio da fare che controllare ragazzi fin nelle mutande. Sembravi una star. Uno scrittore non è una star, e non si comporta così. Ti sei lamentato della tua vita. Ancora, e ancora, e ancora.
Sei andato via, o forse sei scappato, non lo saprò mai. Ma ho scoperto, invece, che tu sei un ragazzo timido e imperfetto, che hai punti deboli, che sbagli. Sei sceso finalmente dall’impalcatura dell’immaginario dell’adulazione. Sei entrato nella normalità. Ed è per questo che ti stimo. È per questo che ti ho stretto la mano. Da oggi sarai una persona normale, semplicemente normale. E proprio per questo ancor più straordinario.
A Roberto Saviano
13 Marzo 2012


2 commenti:

  1. non l'hanno ucciso ma ha smesso di vivere, come dicevamo: la vittoria della camorra. Ciao Raff.

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  2. Si idealizza,ci si rende idealizzabili, ma gli ideali???
    Mamma e zia Rita e zio Cor. Grande Raf.

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