martedì 17 gennaio 2012

La città di notte

A tutti quelli che dormono sotto le stelle

La notte arriva con la sua lentezza celebre. Non spaventa nessuno, nemmeno le rondini che disegnano nell’aria al tramonto figure incomprensibile alla ragione umana. Le strade sono piene di anime dotate di ricchi portafogli, che ballano nella macabra danza dell’acquisto, davanti agli occhi rossi di chi chiede loro gli avanzi. Sono invisibili. Sono i fantasmi del giorno e i morti della notte. Sono quelli che non hanno nulla di meglio da fare che restare sulle proprie ginocchia in attesa di un suono metallico che riempia la propria ciotola. Gli invisibili di giorno vorrebbero scomparire al calar della sera. Gli angeli della notte passano piangendo sopra le loro anime distese sul Pantheon delle capitali della terra. Il tetto è circolare e vuoto, tremendamente vuoto. Il freddo arriva a fiotti di lame dorate che li trafigge lentamente, squarciando il loro dolore. Nessun cielo, nemmeno un maledetto appezzamento di cielo in questa maledetta terra riesce a chiudere le porte sopra di loro. Non gridano, ma muoiono lentamente, sotto brandelli di lana che hanno strappato addosso ai cani delle signore. E mentre la città dorme il cielo si riempie della musica divina della loro morte. Una mano arriva solenne, si cala a prendere gli assiderati. Quelli che vedono l’alba sono i più fortunati.

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