mercoledì 18 gennaio 2012

E poi ancora in alto, con un grande salto

Un uomo, un pirata.


Anche le salite si inchinavano a lui. Anche le montagne che ti respingono, quando la ruota si attacca all’asfalto e il terreno ti spinge all’indietro, cappottato. Quel folletto solitario, quel campione triste, quell’uomo che più uomo non potrebbe essere, ha dominato la storia. I bambini ricordano ancora il suo nome, come se fosse leggenda. Un pirata danzante che volava sulle pendenze di tutto il mondo. Quando gli altri andavano in difficoltà lui era lì, primo e sofferente. Le mani basse, sul manubrio. Lo sguardo addentato verso la strada, l’espressione di stanchezza. Il sudore appiccicato alla maglia che ne sbiadiva il colore. Prima rosa, poi gialla. Un intero anno s’è inchinato al suo passaggio, applaudendo silenzioso al traguardo.  L’impossibile ha visto cadere il suo primato di fronte a lui. Le strade si riempivano di sguardi, tutti addosso ad una sola bicicletta che passava veloce, magari solo per un istante. Anziani e piccoli, madri e figli trascorrevano i pomeriggi d’estate provando a sognare grazie alle sue pedalate, accompagnando col respiro del cuore le vittorie memorabili. Non esiste salita che non sia abbinata a lui. Ogni tanto, di notte, qualcuno vede un pirata montare sulla bicicletta e prendere a salire verso le montagne più buie. Qualcuno giura di averlo visto, qualcuno ha avvisato già la polizia. Non tremate, non temete. E se mai vi capiterà di rivederlo siate fieri di aver assistito a una pedalata nella storia.

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