venerdì 6 aprile 2012

Joshua




Il rumore delle catene, sento il rumore delle catene. Dondolano lungo la strada i passanti, si avvinghiano ai lati. Tutti vogliono vedermi passare strisciando, tutti. Una schiera di soldati apre la processione; quasi come fossi un dio sceso in terra. La frusta sbatte sulla mia schiena, le spine si conficcano nella carne, nasce nuovo sangue che si va ad accumulare a quello rappreso. Sento che è caldo. Sento che riesco ancora a sentire dolore. Significa che sono ancora vivo. La salita è costellata di  sguardi immersi tra le pietre e gli alberi. Cammino. Ogni tanto il dolore mi vince. Cado. Con la faccia immersa nella terra assaporo il mio respiro. Passa solo qualche secondo prima di essere sorretto di nuovo e riprendere la via del mio destino. I capelli negano al mio sguardo la possibilità di osservare l’orizzonte. Urlo, o forse no. Vivo il mio presente, questo presente, come un predestinato, vincitore e vinto allo stesso tempo. La frusta continua a colpirmi. La vorrei odiare, ma so che è lì per compiere il piano. Cado di nuovo. Urlo. Mi sorreggono. Mi rialzano. Continuo. La croce mi ha bruciato la spalla. Il sangue gocciola ad ogni mio passo, quasi fosse sudore. Non mi giro indietro. So che incontrerei gli sguardi che mi hanno amato. Non voglio farlo. Sono ancora un uomo. Non posso permettermelo. 
Ecco. Sono sulla cima del Cranio. Non sento più dolore, o forse tutto è dolore. Sono disteso sulla terra. Mi prendono per adagiarmi sul legno. So che è il mio destino. Ma fa male. I chiodi mi perforano le mani. Pensavo di non sentire più il dolore e invece eccolo, più potente. Non devo lamentarmi eppure qualche gemito sgorga dalla mia anima. Vengo issato. Respiro a fatica, ma respiro. Guardo l’orizzonte. C’è il sole, appena più in là qualche nuvola. Ai miei piedi solo risate, nella mia testa solo dolore. Scendi! Scendi! Scendi! Io alzo solo la testa verso il cielo, per l’ultima volta. La lacrime mi bagnano il volto e la barba, scendono fin sopra al cuore. Sento il mio battito. Ecco. S’è fermato.

Dicono ci sia stato un temporale, un vento fortissimo. Dicono che qualcuno ha avuto paura, qualcun altro ha continuato ad ubriacarsi. Dicono che sono rimasti in pochi sotto la mia croce. Dicono che in pochi hanno pianto e che molti mi hanno tradito. Dicono che non è vero. Dicono che era già tutto scritto. Dicono che sono un dio.


Lo sono sempre stato.



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