martedì 10 aprile 2012

Appello a tutti i genitori italiani



Questa analisi è un esperimento. Visto che tutti ora hanno così tanta voglia di cimentarsi nelle novità, mi accodo anche io con piacere.
Il mio appello è un esperimento.

Cari genitori italiani,
cari padri stanchi e delusi, care madri arrabbiate e sconfortate, spegnete la televisione, abbassate il volume della radio, tracimate i cavi internet. Basta. Smettetela di provare rabbia. Cambiate i soldi in sorrisi. Trasformate i titoli di stato in titoli di studio per i vostri bambini. Tornate a studiare sui libri, alla luce delle candele. Cucinate insieme, tutta la famiglia unita, come si faceva una volta. Discutete, dialogate, amatevi e odiatevi. Sparlate del vicino, spiatelo insieme alle vostre madri e ai vostri padri. I nonni. Tornate ad accucciarvi sotto le sedie dei nonni per ascoltare le loro interminabili storie. Sorridetegli. Prendetevi una giornata di ferie, anzi due, anzi una settimana. Abbandonate la macchina nel garage (se ne avete uno) e camminate per le vie e viuzze del vostro tanto odiato paese. Mettete delle bende agli occhi ed entrate in una ferramenta; minacciate il proprietario; avete il sacrosanto diritto di scegliere a casaccio il vostro prossimo colore del salone. Sceglietelo, ma non guardate il risultato. Appena giunti a casa mettete di nuovo la benda e poi via a spennellare sulle mura, senza verso e senza direzione. Spennellatevi addosso. Poi guardatevi negli occhi. Fate l’amore. Sì, anche voi, genitori che hanno trasformato la parola in tabù. Danzate nudi per le finestre e invitate il vostro vicino di casa (che vi guarda come se foste degli alieni) a prendere un caffè. Fate spogliare anche lui, e che vada a chiamare immediatamente sua moglie; stasera grigliata in onore della vita. Accogliete tutti gli ospiti vestiti da chitarristi messicani e ballate la tarantella fino a notte fonda. Quando arriveranno i carabinieri fategli una linguaccia e tirateli per il braccio dentro la vostra casa. Vedrete che anche loro, dopo qualche “no grazie” di turno, si scateneranno con e più di voi. Andate a dormire all’alba, senza pensare al resto.

Il mattino dopo accendete la tv, alzate il volume della radio, riattaccate i cavi internet. Scoprirete altri ladri di soldi pubblici, altri scandali, altre tragedie. Non scuotete la testa. Ricordatevi quello che avete combinato l’altra sera. E sorridete. Sorridete.
Lasciateli rubare. Laciateli parlare. Non fatevi corroborare dalla rabbia. I vostri figli non se lo meritano.

Raffaele Nappi

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