domenica 27 maggio 2012

I Sogni


Fadi era solito restare fermo nel suo angolino a pensare. Era introverso, preferiva ascoltare piuttosto che gridare. Giocava poche volte con gli altri. Dhaki amava leggere i libri, specialmente quelli pieni di figure tutte colorate, e si divertiva a ricopiarle nel suo quaderno tutto speciale. Anuar amava stare all’aperto, scappava sempre in giro verso qualcosa o qualcuno, correva, correva, correva. Fin quando non si arrestava all’improvviso, tutto stanco ma sorridente. Amir era il più piccolo dei suoi fratelli. Tutti lo coccolavano, tranne il padre, che diceva sempre che troppo amore, alla lunga, gli avrebbe fatto male. Ayman, invece, seguiva alla lettera tutto quello che gli dicevano i suoi genitori; aveva paura di essere rimproverato. Basim gioiva come un matto quando si ritrovava con gli amici per giocare. E sorrideva. Fares era orgoglioso e fiero; si esercitava con la sua spada di carta e la guerra, lui, l’aveva vista solo per gioco, nella sua piccola stanza. Hamzi era forte, nonostante il suo corpo fosse così arzillo; si divertiva ad alzare una sedia con tutt’e due le braccia per dimostrare al padre di cosa fosse capace. Ihlam volava con il pensiero prima di tutti; era così brava in classe da far spavento. Amira era bellissima. Nessuno aveva mai visto una bambina così splendida da secoli.

Venerdì, con un gesto di violenza inaudita, l’esercito siriano ha ucciso centinaia di persone ad Hula. In un attimo si sono spenti i sogni di 32 bambini. Ora giacciono avvolti in coperte bianche, macchiate di rosso. Da quando hanno avuto inizio le violenze in Siria il bilancio totale dei morti è di 11.675, tra cui oltre 1.100 (millecento) bambini e 232 donne. Dietro ogni numero c’è una storia. Dietro ogni storia c’è una paura. La paura di vivere l’inferno, e la speranza di uscirne al più presto.

Dedicato a millecento sogni infranti

Raffaele Nappi

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