Gli occhi sono appannati. Ho bevuto vino rosso. Il rosso è il colore
del cielo alla sera. La sera mi piace, ma la notte è ancora più bella. Di notte
ci sono gli assassini. Ora c’è un assassino seduto proprio davanti a me. Mi dà
le spalle. Le sue spalle sono curve. Ha una maglietta azzurra. Esatto. Mi è
sempre piaciuta questa parola, ma non l’ho mai usata. Mi piacerebbe usarla.
Usare è sinonimo di utilizzare. Ma sono 2 parole brutte. La bruttezza mi
spaventa e mi incuriosisce allo stesso tempo. Aspettate, mi è venuto in mente
che devo essere in orario, con i tempi, con la vita. Ma io voglio essere un
orologio rotto. L’orario mi mette pressione. Non posso guardare le lancette.
Meglio gli orologi digitali. Quelli non ti ricordano che il tempo scorre. Sono
solo numeri. I numeri. Quando penso ai numeri mi saltano alla mente i pastori
che segnavano sulle bacchette le linee per ogni pecora. Per le pecore smarrite
no. Che povertà le pecore smarrite. E poi chissà dove sarà stata mai. Forse
avrà visto l’orizzonte e quello che c’è dopo. Forse al di là dell’orizzonte c’è
il paradiso. E forse ci fanno casino. Chi ha detto che in paradiso non possono
fare casino? Forse è fatto da una discoteca. E i morti ballano… Per l’Eternità.
Raffaele
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