Le nuvole sono ancora embrioni scuri che sguazzano nel
cielo. Lì, lontano, un dio sembra aver acceso la luce; forse sarà stanco di
dormire. Il silenzio è picchettato da acuti e timidi cinguettii notturni; anche
gli uccelli si stufano della notte. La luce avanza, e sorprende le anime ancora
in giro, spargendo stupore. Qualcuno viene, qualcuno va. Qualcuno bestemmia la
luce di un nuovo giorno.
Nel mare, i pescatori confondono la propria rotta con l’orizzonte.
Gli scrittori, aggrappati al fumo delle loro sigarette, maledicono il tempo perso a scrivere; dovranno aspettare un’altra notte per continuare.
I bambini, padroni del mondo, sognano le vite degli altri.
L’artista piange solo sul suo divano; ora che è quasi giorno deve nascondere le sue lacrime davanti alla luce.
Un’anima stanca consuma parvenze di amore tra sedili sgangherati.
Un poeta perde l’ispirazione, o forse la trova.
Un attore torna a casa, dopo la notte nel letto di altri.
Un operaio guarda l’orologio; è tempo di alzarsi.
Il Mondo ha un occhio stanco e l’altro appena sveglio.
Il gufo, fiero, torna a dormire.
È la primavera, dolce e maledetta, dell’alba eterna.
Nel mare, i pescatori confondono la propria rotta con l’orizzonte.
Gli scrittori, aggrappati al fumo delle loro sigarette, maledicono il tempo perso a scrivere; dovranno aspettare un’altra notte per continuare.
I bambini, padroni del mondo, sognano le vite degli altri.
L’artista piange solo sul suo divano; ora che è quasi giorno deve nascondere le sue lacrime davanti alla luce.
Un’anima stanca consuma parvenze di amore tra sedili sgangherati.
Un poeta perde l’ispirazione, o forse la trova.
Un attore torna a casa, dopo la notte nel letto di altri.
Un operaio guarda l’orologio; è tempo di alzarsi.
Il Mondo ha un occhio stanco e l’altro appena sveglio.
Il gufo, fiero, torna a dormire.
È la primavera, dolce e maledetta, dell’alba eterna.
Raffaele Nappi
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