Si dice che il primo sia stato un monaco della pagoda Xa
Loi, a Saigon, nel 1963. Si bruciò vivo
in segno di protesta contro la polizia, rea di aver ucciso 8 bonzi buddisti
durante una sommossa. Da allora il fuoco ha avvolto corpi di centinaia e
centinaia di persone, ogni anno. L’ultimo, ieri, a Bologna, di fronte all’ex
sede di Equitalia; non riusciva a tenere i conti in regola col Fisco.
Le ragioni di gesti così estremi sono le più svariate: la disperazione
si accumula nelle anime fino a divampare. Una latta piena di benzina (occorrono
almeno 10 litri), un accendino o un pacchetto di fiammiferi e tanta, tanta volontà.
Basta poco per bruciare. Non è un gesto
silenzioso. È il modo più lampante di mostrare al mondo l’angoscia, oramai
regina del proprio corpo. È un segno di protesta. È, forse, l’unica occasione
per riappacificarsi con se stessi. Le torce
umane raggiungono il limite, lo oltrepassano, in nome di un’idea, di un sogno,
di una caduta. Le torce umane diventano il record abbattuto di fronte all’umanità.
Illuminano il mondo, senza invocare pietà, ma cercando giustizia.
Non è vero che la vittima rimane asfissiata e non sente
dolore. Non esiste volontà al mondo che
ti faccia rimanere fermo mentre bruci. Il corpo si dilata in frammenti
liquidi, comincia a trasformarsi in un tronco annerito. La bocca si diverge in
una smorfia permanente, gli occhi escono fuori dalle orbite. E poi arriva il
ridicolo. L’estintore. La schiuma bianca che supera il confine del rispetto di
fronte alla Morte per coprirla di grottesco.
Provo rispetto per un
uomo che si bagna di benzina e poi accende un fiammifero e si dà fuoco, un uomo
che si lascia bruciare senza un grido e senza un pentimento, un uomo che fa
questo per motivi ideali e non per scontenti personali. Ecco: a mio parere
quell’uomo è un eroe. E lo è quanto un vietcong, un soldato in trincea.
Oriana Fallaci
Non c’è cosa peggiore per chi brucia di restare solo. I governi
tendono a nasconderli, i giornali si guardano bene dal pubblicizzarli. E se per
Oriana Fallaci gli scontenti personali non permettono di diventare eroi non c’è
da preoccuparsi. L’angoscia, quando sale, brucia. Per tutti.
Raffaele Nappi
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