giovedì 2 febbraio 2012

Le risate di Cesare Battisti


Ho smesso di sentirlo, non ce l’ho fatta. È finito da pochi attimi e mi verrebbe voglia di invocare una giustizia divina. Uno Stato civile non può tollerare parole come quelle. Un criminale, il più ricercato d’Italia non dovrebbe farsi beffe di un intero popolo in questo modo. Non ci sto. Non riesco a starci. Un Presidente dovrebbe andare fino in Brasile a prenderlo per il collo. Un angelo nero dovrebbe finalmente rivelarsi all’umanità con il suo operato concreto.
Mi immedesimo con i parenti delle vittime. Mi immedesimo con loro, e gli chiedo scusa. Da cittadino italiano mi vergogno che questi criminali abbiano sangue mischiato col tricolore. Mi vergogno che un assassino rida, rida di fronte alle sue azioni, di fronte alle lacrime, di fronte alla giustizia.
Non si lava il sangue con altro sangue, non si cancella la violenza con la violenza. Il mio cuore grondante di rabbia deve trattenersi. Posso solo aspettare che una giustizia più potente intervenga, magari in silenzio, magari con lo scorrere del tempo a suo favore. Quelle risate rimarranno impresse in me, testimoni dell’ingiustizia ch ogni giorno popola la vita delle persone.



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