martedì 7 febbraio 2012

L'uomo senza qualità

Sul mio letto di morte tutto diventa più reale. Non è vero. Niente si confonde in una nuvola di ricordi. È tutto terribilmente reale. Non so se ci saranno lacrime alla mia morte, non me le aspetto. Ho vissuto da uomo, e da uomo ho commesso errori.
Ricordo ancora la mia emozione quando l’ho toccato per la prima volta; era maledettamente eccitante. Lì, in quella stanza bianca e solitaria, ho visto il paradiso in terra, e poi l’inferno. Sapevo di commettere errori ma non riuscivo a fermarmi. Più toccavo più volevo, ogni bambino diventava per me uno scrigno di desiderio da afferrare prima che fosse scappato via. Li attiravo a me con il sorriso rassicurante. Non ho mai indossato maschere di fronte ai loro genitori, di nessun tipo; la mia era solo gioia per poter passare il mio tempo con loro.
Ricordo ancora con amarezza il giorno in cui dissi ai miei genitori la mia decisione. Sorridevo, sapendo che non mi avrebbero mai capito. Oggi, non so se siano ancora vivi, ma sicuramente non manderanno un fiore sulla mia tomba.
Non so chi fu il primo, non riesco a immaginarlo. Qualcuno parlò, la notizia volò rapidamente sulle ali di un aereo di carta che si immerse in tutte le finestre del paese. Ora tutti sapevano, ma nessuno aveva il coraggio di crederci. La mia stima aveva creato una coltre di ghiaccio di fronte alla fantasia.
Ma quella fantasia, come tutte le fantasie, era la più reale possibile. L’avevo fatto, lo facevo da sempre e non avevo nessuna intenzione di smettere. Il passo successivo fu breve, fu quella l’unica nuvola di ricordi che davvero mi rende la mente disordinata.
Oggi, su questo letto bianco, i ricordi non fanno più male. So di aver commesso più errori di quanti me ne furono concessi. So di aver rovinato la vita a famiglie intere. So di aver macabramente interrotto i sogni dei miei piccoli bambini. Oggi, in questo letto bianco, aspetto solo che arrivi la morte a liberarmi. Senza rumore, senza preavvisi. Me ne voglio andare in silenzio. Non so quale sia stata la mia relazione con il mondo, ma posso giurarvi che in quella stanza bianca e solitaria, in quelle mani che scendevano sulle loro gambe, in quei sorrisi sinceri e tremanti, io ho provato Amore.

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