La battaglia degli indignati non è morta, anzi. Continua silenziosa il suo lavoro operante, tra le autocritiche e gli sguardi verso il futuro. Ora, a benedire il fenomeno, è arrivato anche il parere di Manuel Castells, sociologo spagnolo molto noto tra gli studenti di Scienze della Comunicazione. In un intervento pubblicato sul periodico “Internazionale” Castells ha analizzato la situazione attuale del fenomeno rivoltoso, dando una notevole spinta ideologica verso le azioni future. Il movimento degli indignati è una boccata d’aria in un mondo che puzza di marcio. Questo l’incipit, senza mezzi termini, dell’articolo in questione.
Maturità. È sul tema della maturità che Castells insiste più volte. Il movimento ha dimostrato un forte senso di responsabilità e di ragionevolezza quando ha capito era il momento di sgomberare le occupazioni e di abbassare i toni. Sbalorditiva poi la capacità di autocritica dimostrata.
Pressioni. Proprio nel momento in cui gli indignati spaventavano le èlite al potere, gli altri mezzi di comunicazione, la polizia, gli esponenti della politica, tutti hanno cercato di minimizzare il fenomeno, riducendolo a pochi giovani idealisti che si sarebbero stancati presto.
99%. La vera forza degli indignati è la verità; hanno detto sui social network e nelle assemblee in piazza le cose che molti pensano. Se il punto è entrare in contatto con il 99% la domanda è: come?
Obiettivi. L’obiettivo più importante per ogni movimento è cambiare il modo di pensare delle persone, riuscire a immaginare altri stili di vita, sconfiggendo la manipolazione dei mezzi d’informazione. È fondamentale sentire che molti la pensano allo stesso modo e non avere più paura di affermare i propri diritti.
Cambiamenti. Sono molti i segnali che mostrano come la gente stia cambiando prospettive. Il movimento ha dato voce all’indignazione e alimentato la speranza. Anche se c’è meno partecipazione nelle assemblee molte persone si impegnano nella loro vita quotidiana cercando di trovare punti di contatto con esperienze simili.
Larga scala. Le trasformazioni e i cambiamenti mentali possono avvenire sempre più su larga scala, secondo modelli ancora da scoprire. Non si tratta del vecchio mito comunista dell’improvviso crollo del capitalismo, ma semplicemente di sapere che l’economia europea sprofonda nella recessione, che l’assistenza sociale si diluisce, che la politica si arrocca e i cittadini sono ancora indignati e sempre più consapevoli.
Futuro. Il 15 M* è ancora vivo. E, come l’acqua, troverà diverse strade per diventare un fiume in piena mentre la situazione si farà sempre più critica.
*Movimento nato il 15 maggio 2011
http://asinupress.altervista.org/manuel-castells-benedice-gli-indignati/
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