- Ci conosciamo?
- Mi conosci. Sono io.
- Dimmi il tuo nome, non ti riconosco.
- Sono quella che cerchi ogni notte, quando vivi nei tuoi sogni.
- Non mi dire questo. Sai che piango tutte le mattine.
- Perché non riesci mai a ricordarti di me?
- Non lo so. Non chiedermelo. È il mio errore più grande.
- Come devo fare per parlarti davvero?
- Lo vorrei anche io.
- Vorrei stringere il tuo corpo nelle mie mani.
- Anche io.
- Vorrei soffiare sui tuoi capelli.
- Anche io.
- Vorrei picchiarti pur di sentirti mia.
- Vorrei fosse vero.
- Perché non mi lasci entrare, con la luce, ogni giorno?
- Perché te ne vai, con la luce, ogni giorno?
- Lasciami entrare.
- Vieni, ti aspetto da sempre.
- Entro
- Vieni.
- Perché non riesco a vederti?
- Io sono qui.
- Dove?
- Eccomi, non mi vedi? Sono davanti a te.
- Fatti toccare.
- Toccami.
- Perché non riesco ad abbracciarti?
- Io sono qui, fallo.
- Non ci riesco. Non ce la farò mai.
- Sto venendo verso di te. Ora puoi abbracciarmi. Chiudi gli occhi.
- Ora ti sento.
- Siamo vicini.
- Non lasciarmi.
- No, non ti lascio.
Ogni notte un uomo cerca di abbracciare la sua musa. Lei è bellissima, superbamente divina. Lui, per alcuni, è un povero pazzo. Qualche notte, però, l’incontro è reale. E allora il povero pazzo diventa l’uomo più felice del mondo.
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