È una nota timida. Parte flebile,
da lontano, come sussurrata. Mai volgare, si muove nell’aria, si allarga come
nebulosa in espansione verso l’universo, e tocca il cuore delle anime. Vorrei… v. v.. vorrr.. No, forse lo dico dopo. Ma sì, lo dico. No, non ce la
faccio. Vorre… vorr… No, non lo dico. La nota intanto è diventata un
sottofondo piacevole ai miei sensi, e mi viene voglia di ascoltarlo. Allora, vorr… vorrei.. dire… ehm.. Ogni
tanto la nota vibra, impaurita. Ma non scompare. Un sacco pieno di timidezza sulle spalle; ma
non ti pesa. Anzi, è proprio la tua forza più grande. La semplicità, quella nel
ritmo e nelle parole, che è il punto di arrivo più difficile per gli oratori
come te. Non starli ad ascoltare, non pensarli. Loro la vogliono mettere al
bando la tua semplicità, dicono che è banale. Stai tranquillo. Resta sereno
come hai sempre fatto. Resta sorridente. Sì,
ma… io vorrei.. vorr.. vorrei dir..vorrei dire… lasciali stare. Non la senti
la nota che ora si è unita alle altre? Non le vedi danzare nel vento, facendo l’amore.
Note nude che non hanno vergogna del mondo. E gli altri? Gli altri sono
accecati dalla tua semplicità, e non lo vogliono ammettere. Ascolta me. Ascolta
questa musica che ora è così armoniosa. Mi rende allegra la mente. Come le tue
parole. Ho capito..ma io vorre…vorr..ehm..vorrei
dire ch… No, non dirlo. Mi basta sentire il rimbombo dei tuoi discorsi per
essere sereno. Anche loro, adesso che non ci sei, sentono la mancanza delle tue
parole. E allora resta in silenzio, solo il ricordo dei tuoi sorrisi abbraccerà
i nostri, e faranno di nuovo l’amore. Sto sorridendo, Massimo, ma forse mi è
scappata qualche lacrima. Perdonami, sai… l’emozione.
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