C’è un giocatore solo al centro del campo. È piccolo. Ha la
maglia alzata sopra la testa; forse sta tentando di nascondere il suo volto al
pubblico. Vicino, i compagni hanno facce tristi. L’arbitro ha da poco fischiato
la fine dell’incontro. Il giocatore, protetto dalla sua immensa finitudine,
vorrebbe scomparire. I giornali parlano già di tradimento. Meno male che lui,
ora, non può leggerli. Rimarrebbe così deluso. È vero, ha sbagliato un rigore,
forse quello decisivo. L’ha mandato sulla traversa. Che dire. Non è come l’Altro,
tutti lo sanno. Che dire, un pezzo di legno ha fatto rimbalzare con perfetta
simmetria una sfera di cuoio davanti a migliaia di persone rimaste deluse. E sorprese.
Capita. Anche agli dèi. E quando scendono in terra forse ci rendiamo conto di
quanto ci servirebbero. E di quanto ci sono mancati.
Raffaele Nappi
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